Il Codice del Consumo Italiano

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Parte 1

IL CODICE DEL CONSUMO ITALIANO

  1. Profili storici

Il Codice del consumo è stato emanato con il D.L. 6 settembre 2005, n. 206, per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di tutela dei consumatori. In tale ambito rientravano la maggior parte delle disposizioni emanate dall’Unione Europea nel corso degli ultimi venticinque anni per la protezione del consumatore. Difatti, il D.L. 206/2015 recepisce in un unico corpus la disciplina di attuazione della direttiva comunitaria 1993/13/CEE la quale ha posto per gli Stati membri una tutela contrattuale minima del consumatore nei confronti del professionista. 

L’approvazione del Codice va considerata una svolta importante nella tutela dei consumatori italiani, soprattutto per la rilevanza che esso assume in termini di politica del diritto. Infatti fino ad allora, la disciplina dei rapporti di consumo era rimessa alla legislazione di settore che recepiva, talvolta in modo disomogeneo, le direttive comunitarie.

Su tale scenario è intervenuta l’opera di riorganizzazione di questa delicata materia che, mediante il Codice, assume come filo conduttore le fasi del rapporto di consumo, dalla pubblicità alla corretta informazione, dal contratto, alla sicurezza dei prodotti, fino all’accesso alla giustizia e alle associazioni rappresentative di consumatori.

  1. Interventi successivi

Il Codice del Consumo ha subito nel corso del tempo, dalla data della sua emanazione, diverse modifiche ed aggiornamenti. Difatti, la c.d. “Legge Finanziaria” ha portato all’introduzione dell’art. 140 bis che ha introdotto nel codice la class action (azione di classe), cioè la procedura innanzi al Tribunale volta ad ottenere il risarcimento del danno, procedura attivabile da parte di un gruppo di consumatori che si ritengono danneggiati da un medesimo fatto.

Nel 2011 invece, è intervenuto il D.Lgs. 23 maggio 2011, n.79 che ha apportato alcune modifiche materia di multiproprietà e di turismo organizzato.

Successivamente, abbiamo il D. Lgs. 21 febbraio 2014, n. 21 (in attuazione della direttiva 2011/83/UE sui diritti dei consumatori) che ha invece introdotto maggiori informazioni precontrattuali per i consumatori, con particolare attenzione ai contratti a distanza e quelli negoziati al di fuori dai locali commerciali, riscrivendo integralmente gli articoli 45-67 del Codice del Consumo. La peculiarità della direttiva europea citata è rinvenibile nell’intento di realizzare un’armonizzazione tendenzialmente completa nella disciplina dei contratti tra imprese e consumatori, per introdurre nei paesi dell’unione un unico quadro normativo basato su concetti chiaramente definiti.

Nel 2015 il Codice del consumo è stato ulteriormente aggiornato con il D. Lgs. 6 agosto 2015, n. 130 (in attuazione della direttiva 2013/11/UE sull’ADR per i consumatori) che alla Parte V ha introdotto il Titolo II-bis concernente la nuova disciplina relativa alla risoluzione extra giudiziale delle controversie in materia di consumo (dall’art.141 all’art.141-decies).

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