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Retorica
Aristotele (La retorica, IV sec. a.C.) studiò le competenze necessarie a un buon retore ben prima che lo facessero i pubblicitari e i consulenti legali. Il filosofo greco stabilì che posso argomentare una tesi coordinando 3 elementi del discorso:
- Logos (il contenuto e la forma logica del testo).
- Pathos (le emozioni e l’empatia suscitate dai valori morali argomentativi e dalla forma del testo).
- Ethos (la coerenza e la credibilità dell’autore, trasmesse dalla forma e dall’organizzazione del testo).
Le tecniche di scrittura persuasiva giuridica servono per organizzare e per scrivere il contenuto del testo (logos) in modo esplicito, limitando la possibilità che il lettore fraintenda i messaggi. Inoltre, le tecniche servono per suggerire al lettore che io affronto il caso in maniera lucida e oggettiva e che padroneggio la materia (logos) tanto bene quanto padroneggio l’espressione dei pensieri (ethos); che propongo un’interpretazione dei fatti strettamente legata alla realtà, libera da pregiudizi e da preconcetti. Le tecniche persuasive servono per scrivere testi che gli altri trovino difficili da contestare.
L’abitudine di introdurre il pathos nei testi, di esaltare i valori morali o di rappresentare i fatti in maniera sbilanciata o esagerata, può danneggiarmi perché il lettore può intuire il mio tentativo di persuasione e può reagire contrariamente alle mie intenzioni. Un testo sintatticamente coerente e congruo rispetto alle informazioni oggettive e alle norme di riferimento garantisce un successo maggiore perché trasmette un’idea di professionalità scrupolosa e di coerenza interna (ethos).
Marco Tullio Cicerone (Partitiones oratoriae, I sec. a.C.) applicò lo studio di Aristotele al processo, declinando l’organizzazione di un testo eloquente in 6 fasi:
- Inventio (la ricerca degli argomenti e delle prove).
- Dispositio (l’elencazione logica degli argomenti e delle prove).
- Exordium (l’anticipazione delle conclusioni e la spiegazione dell’ordine con cui il testo dimostra le conclusioni).
- Narratio (l’illustrazione della tesi).
- Argumentatio (la dimostrazione della tesi).
- Peroratio (il riassunto delle conclusioni).
Il percorso ciceroniano inizia con 2 fasi organizzative, seguite da 4 fasi applicative. Oggi i ricercatori scientifici pubblicano i loro articoli seguendo il consiglio di Cicerone: raccolgono i dati e li ordinano per lavorarci in laboratorio, quindi scrivono un titolo e un abstract che riassume il metodo d’indagine e la tesi centrale del loro lavoro, poi argomentano lo studio adducendo le prove e, infine, riassumono le conclusioni tratte dalla ricerca.
Le formalità e le consuetudini della scrittura tecnica (giuridica, economica, ecc.) mi impediscono di sfruttare il metodo di Cicerone nella sua forma originaria, ma posso usare le prime 2 fasi per studiare un caso (giuridico, sanitario, ecc.) e posso usare le altre 4 fasi per organizzare le mie argomentazioni.